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Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

Foto Chiesa di Santa Maria dei Miracoli -  Chiese / Edifici religiosi
Foto Chiesa di Santa Maria dei Miracoli -  Chiese / Edifici religiosi
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Milano - Chiese / Edifici religiosi: Chiesa di Santa Maria dei MiracoliPrincipali stili rappresentati: Rinascimentale - Barocco

La bellissima chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso rappresenta un importante esempio di architettura rinascimentale milanese ma è al contempo
un altro monumento non facile da individuare dal profano, trovandosi essa sul lato posteriore di un cortile chiuso verso l'esterno da un alto muro.

STORIA
La storia della chiesa ha inizio da un'antichissima immagine della Madonna, detta di Sant'Ambrogio, posta in una nicchia in un'edicola votiva a fianco dell'antica Basilica di San Celso, chiesa nella quale secondo la tradizione Sant'Ambrogio aveva fatto tumulare i resti ritrovati del santo dedicatario.
Nel 1430, anche in seguito ad eventi miracolosi avvenuti nel 1429, Filippo Maria Visconti deliberò la costruzione di una piccola chiesa a protezione dell'immagine sacra. Terminata nel 1439, secondo alcuni tale oratorio doveva essere orientato ortogonalmente rispetto alla Basilica di San Celso, con l'immagine della Madonna di Sant'Ambrogio pala d'altare del'altare maggiore. Secondo altri, invece, l'orientamento fu fin da subito quello canonico, parallelo a basilica di San Celso (ancora oggi presente, per quanto menomata). In questo caso è probabile che il coro dell'attuale chiesa di Santa Maria dei Miracoli coincida con l'abside di tale originario oratorio.
Già nel 1485 tale edificio era comunque stato ampliato. Tale anno è importante perché secondo la tradizione fu in quell'anno, durante un'epidemia di peste, che la Madonna di Sant'Ambrogio, nel corso della messa, prese miracolosamente vita e dopo di ciò l'epidemia cessò.

Alla luce di tale miracolo venne deciso, nel 1489, di costruire un santuario al posto della piccola chiesa. I lavori vennero affidati a tre ingegneri. Uno era sicuramente Gian Giacomo Quadri detto il Dolcebuono. Per gli altri due si sono fatte varie ipotesi, fra cui il Bramante, Lazzaro Palazzi, Cristoforo Solari.
Il progetto iniziale, che venne effettivamente portato avanti per una quindicina d'anni, prevedeva una planimetria a croce latina a navata unica con tre cappelle a forma semicircolare per lato, cupola e tiburio.
Già nel 1493 il Dolcebuono veniva sostituito con Cristoforo Solari, con Antonio Amadeo come direttore dei lavori.
Nel 1506 il nuovo edificio in costruzione venne valutato essere troppo piccolo e si decise di aggiungere le navate laterali, sostituendo le tre cappelle con quattro campate con volta a crociera. Inoltre si decise di demolire alcuni edifici di fronte alla facciata, in modo da poter aggiungere il quadriportico.
Nel 1513 fu definito un nuovo progetto, attribuito a Cesare Cesariano. Per il definitivo assetto delle volte e per la costruzione dell'ambulacro attorno al coro si è però fatto il nome di Cristoforo Lombardi.
Altri grandi architetti dell'epoca furono coinvolti nella fabbrica: Zenale, fra il 1514 e il 1525, Vincenzo Seregni (1556), Galeazzo Alessi, che fra il 1565 e il 1568 fornì i disegni definitivi della facciata, Martino Bassi, succeduto all'Alessi.
Il grosso dell'apparato decorativo pittorico della chiesa risale al sedicesimo secolo e ai primi anni del diciassettesimo. Varie cose vennero però aggiunte anche successivamente, tanto che ancora alla fine del diciannovesimo secolo alcuni dettagli del coro erano da completare.
In generale la decorazione pittorica del santuario può essere divisa in due periodi principali. Il primo, incentrato sulla metà del sedicesimo secolo, vede il prevalere del gusto veneto. Ciò perché per decreto ducale il santuario era retto da un consiglio di nobili, che erano più vicini, come gusti, alla corte imperiale di Carlo V che non all'ambiente locale. Il secondo periodo, che parte dall'elezione a Papa del milanese Pio IV e da quella di Carlo Borromeo ad arcivescovo di Milano, vede invece il riaffermarsi di artisti milanesi.

STRUTTURA
Atrio

La chiesa è a malapena visibile dalla strada perché davanti ad essa si trova un grande quadriportico in mattoni. Il progetto originario fu di Cristoforo Solari, quello definitivo di Cesare Cesariano, allievo del Bramante. Nella seconda metà del sedicesimo secolo Martino Bassi sovrappose alle superfici verso l'interno basamenti e semicolonne in marmo (con capitelli in bronzo) per rendere il portico più in sintonia con la grandiosa facciata in marmo.
Sotto al porticato sono presenti, a sinistra, un tondo in marmo rappresentante la Madonna del miracolo e, a destra, una fontana.

Facciata
Il progetto originario è di Galeazzo Alessi, Martino Bassi ha ritoccato l'originario progetto soprattutto nella parte superiore.
La sontuosa facciata, completamente in marmo, è a quattro ordini, scanditi da lesene e semicolonne. Da notare che il i due ordini superiori sono larghi ca. la metà di quelli inferiori.
Il primo ordine è caratterizzato dalla presenza di ben cinque porte (le due più laterali sotto ai due rami del quadriportico). Il portone centrale è affiancato su ogni lato da due colonne in marmo con capitelli corinzi in bronzo di Annibale Fontana. Al di sopra della trabeazione (che corre lungo tutta la facciata) un timpano spezzato sui cui due pezzi sono adagiate due sibille, anche esse del Fontana.
In posizione laterali, entro due nicchie, le statue di Adamo e di Eva, opere di Stoldo Lorenzi. Quella di Adamo è però una copia, essendo l'originale stato portato al museo del Castello Sforzesco.
Il secondo ordine vede la presenza di vari bassorilievi. Al centro l’Annunciazione dell'Angelo alla Madonna di Stoldo Lorenzi e la Nascita di Gesù del Fontana. A sinistra e a destra, poi, la Presentazione al Tempio di Lorenzi e l'Adorazione dei Magi di Fontana. Lateralmente, infine, le statue dei due profeti Isaia e Zaccaria, ambedue del Fontana.
Il terzo ordine ospita tre finestre. Quella centrale, più ampia, è ornata da cariatidi ed è chiusa da una vetrata istoriata, con l’Assunzione della Madonna; rifatta dopo la guerra, al posto della primitiva distrutta dai bombardamenti dell’agosto 1943. Le statue sono del profeta Geremia a sinistra (Fontana), a destra del profeta Ezechiele (Lorenzi). Sono poi presenti lateralmente due obelischi molto snelli e vari pinnacoli, poggianti sulle parti del secondo ordine che eccedono la larghezza degli ordini superiori.
Il quart ordine ospita altri quattro bassorilievi, da sinistra a destra: Visita di Maria a S. Elisabetta (Giulio Cesare Procaccini), Fuga in Egitto (Lorenzi), Nozze di Cana (Fontana), Natività (G. C. Procaccini).
Il grande timpano contiene un bassorilievo con la scena del del sepolcro vuoto di Maria (opera di Milano Vimercati). Sul bordo superiore del frontone è presente al centro una copia della statua della Vergine Assunta (l'originale, di Annibale Fontana, è stato portato nel retrocoro) e quattro angeli. Di questi due sono del Fontana e due del Vimercati.

Tiburio
Un altro elemento caratterizzante l'esterno della chiesa, ed elemento tipicamente lombardo, è senz'altro il tiburio, la struttura cilindrica posta esternamente intorno alla cupola. Cupola e tiburio si devono a Dolcebuono e Amadeo e furono terminati, come struttura, già nei primi anni del sedicesimo secolo.
Il tiburio conserva ancora le sue caratteristiche originarie quattrocentesche. Esso è posto sopra all'incrocio della navata principale con il transetto, uno spazio cubico di 12 metri di lato. Dodecagonale, il tiburio comprende una spessa base, esternamente senza decorazioni ma che all'interno corrisponde ad un fregio dotato di dodici nicchie con all'interno le statue in terracotta dei dodici apostoli (Agostino de Fondutis, 1502), la zona verticale superiore, con una loggia binata su ognuno dei dodici lati, il tetto e la lanterna a sezione circolare. Alla parte superiore corrisponde internamente la cupola.

Interno
Esso è un autentico modello dell'architettura milanese tardorinascimentale specchio di uno spirito umanistico quasi paganeggiante.
La copertura della navata centrale è a botte e non corrisponde a quella originaria quattrocentesca, che doveva essere a crociere come quella delle navate laterali.
Caso assai raro nelle chiese milanesi è presente un ambulacro che corre dietro al coro e che congiunge le due navate laterali. Ciò è in linea con il fatto che le due navate laterali vennero aggiunte in una seconda fase, quando il coro era già stato costruito. Le pareti interne del retrocoro (che appartengono alla parte più antica dell'edificio) presentano delle analogie stilistiche con il coevo Tempio malatestiano di Rimini, con superfici di marmo chiaro decorate con inserzioni geometriche di marmo di diverso colore.
Un altro elemento stilistico molto caratterizzante è rappresentato dalla decorazione delle coperture corrispondenti alla larghezza della navata principale: dall'entrata fino all'abside, quasi come una lunga coperta, è presente una decorazione in rilievo ripetuta formata da elementi circolari congiunti fra loro e inframmezzati da elementi floreali stilizzati, il tutto su fondo blu. La larghezza di tali elementi varia in modo da sottolineare la geometria della copertura.
Al soffitto della navata principale corrisponde la stupenda decorazione del pavimento in marmo realizzato da Martino Bassi. Esso presenta una decorazione a marmi chiari, rossi e scuri che riprende quella del soffitto (anche se in questo caso si estende anche alle navate laterali). In corrispondenza della cupola essa si arricchisce a creare un autentico caleidoscopio di forme e alternanza dei tre colori.
Del tutto diversa la decorazione (ad opera del Cerano, di G. C. Procaccini, dei fratelli Campi, di Callisto Piazza, di Carlo Urbino e dei fratelli Fiamminghini) delle volte a crociera delle navate laterali e dell'ambulacro. In questo caso ogni volta è decorata con stucchi e affreschi in maniera diversa, per quanto sempre rispettando la suddivisione secondo una simmetria radiale delle decorazioni.
In netta antitesi con la ricchezza di decorazioni di pavimento e soffitto è la linearità e semplicità dei pilastri a sezione rettangolare della navata.

Cappelle
Le cappelle sono quattro su ogni lato, più i bracci laterali del transetto più altre nove cappelle nell'ambulacro, per un totale di diciannove.
Partendo dall'ingresso, sul lato sinistro si ha:
Prima Cappella sinistra: Madonna tra i Santi, del Bergognone (1450-1522). Stucchi e affreschi del Cerano.
Seconda Cappella sinistra: Madonna tra i Santi Nazzaro e Celso. Affresco del XIV secolo, trasportato qui dalla chiesetta preesistente, chiamata di S. Nazzaro in Campo.
La Madonna è molto venerata sotto il titolo di «Madonna delle Lacrime».
Sopra, una tela di Francesco Panfilo, detto il Nuvolone (1608-1691) con una graziosa fuga di angeli. Stucchi e affreschi del Cerano.
Terza Cappella sinistra: Martirio di Santa Caterina di Alessandria, del Cerano (1557c.-1632c.). Affreschi dei fratelli Della Rovere, detti i Fiamminghini.
Quarta Cappella sinistra: Pietà di Giulio Cesare Procaccini. (1570c.-1625).
Quinta Cappella sinistra: Sarcofago del IV secolo. Contenne le Reliquie di San Celso, ivi poste da Sant'Ambrogio e conservate nella Basilica di S. Celso. Fu il cardinale Schuster a traslare le reliquie dalla Basilica al Santuario.
Sul davanti del sarcofago cinque scene evangeliche, che si susseguono contigue, senza segni divisori: il Presepio, i Magi, il Cristo tra gli Apostoli Pietro e Paolo, le donne al sepolcro, la “Confessione di fede di Tommaso”.
Sul lato destro: Mosè percuote la rupe; sul sinistro: guarigione dell'emoroissa.
Pala dell’altare: Assunzione di Camillo Procaccini (1546-1627).
Quadro a sinistra con S. Francesco e affreschi pure del Procaccini. Sotto il quadro dell’Assunzione, in un’urna, il martire S. Basilide.
Sul lato destro si trovano invece:
Prima Cappella destra: Santa Caterina da Siena bacia il costato di Gesù, di Melchiorre Gherardini. Affreschi e stucchi del Cerano.
Seconda Cappella destra: La famiglia della Madonna coi Santi Gioacchino e Anna, recentemente attribuito al “Legnanino”. Affreschi del Cerano.
Terza Cappella destra: Il Crocifisso di S. Carlo, opera in legno di scarso valore artistico ma di grande il valore storico e devozionale.
Fu portato al Santuario da S. Carlo in persona, in una memorabile processione di penitenza, al tempo della peste che da lui prese nome. Gli affreschi delle volte sono dei Fiamminghini.
Sotto la mensa dell'altare, composto in un'urna di bronzo dorato, il corpo di S. Celso. Nel 1935 il Card. Il Schuster lo tolse dal nascondimento del pur artistico sarcofago e lo volle visibile alla devozione dei fedeli.
Quarta Cappella destra: Martirio dei Santi Nazzaro e Celso, celebre tavola di Giulio Cesare Procaccini. Dello stesso pittore gli affreschi alle mura e alla volta.
Quinta Cappella destra: al centro: Grandiosa tavola con San Gerolamo che riceve il cappello cardinalizio dal Bambino Gesù presenti Maria e Giuseppe. In alto nella lunetta il Padre Eterno, appena sopra l'altare, San Rocco, sulle pareti superiori affreschi. Tutto è opera di Paris Bordone (1500-1570), discepolo del Tiziano. Meravigliosa opera, unica di questo pittore in Santuario, ma di grande pregio artistico, tale da rappresentare la scuola veneta in tutti i suoi pregi.
Nel retrocoro, da sinistra a destra, si trovano poi:
Prima Cappella: Tavola assai apprezzata Conversione di San Paolo (1530) di Alessandro Bonvicino detto Moretto (1498c.-1554). Affreschi della volta attribuiti anche essi al Moretto.
Seconda Cappella: Affreschi di Bossius.
Terza Cappella: S. Gerolamo nel deserto, tavola di Callisto Piazza (1562). Affreschi dello stesso pittore.
Quarta Cappella: Gesù domanda e riceve la benedizione di sua madre, prima della Passione, di Carlo Urbino da Crema (1550-1585?).
È detta la Madonna della benedizione, dell’addio o anche dei missionari.
Quinta Cappella: Il Battesimo di Gesù di Gaudenzio Ferrari (1470-1546), unica opera, ma assai pregevole, dell'insigne pittore, in possesso del Santuario. Di fronte la statua originale dell’Assunta, di Fontana, già sul fastigio della facciata ora sostituita con una copia.
Sesta Cappella: Assunzione di Carlo Urbino.
Settima Cappella: S. Renato Vescovo di Torino (415- 60) pure di Carlo Urbino.
Ottava Cappella: Affreschi di Bossius.
Nona Cappella: Resurrezione di Gesù, di Antonio Campi (1514-1587).

Altare della Vergine dei Miracoli
(Foto qui!)
Esso si trova addossato ad uno degli angoli del volume cubico sopra al quale è posizionata la cupola.
Esso venne progettato e realizzato da Agostino Bassi, negli anni 1584-88.
La decorazione scultorea doveva avere la funzione di cornice per l'antico affresco votivo incorporato nel pilastro anteriore sinistro del presbiterio.
L'altare è dotato di un paliotto apribile sulle cui due ante in argento il Fontana scolpì la nascita e il transito della Vergine. Sopra all'altare, posta su una base in bronzo di Giovan Battista Busca, si trova una grandiosa statua della Vergine Assunta realizzata dal Fontana fra il 1583 e il 1586. Gli angeli che reggono la corona sono invece di Giulio Cesare Procaccini e sono di poco successivi (1602-1607).
La struttura che incornicia la statua è come un grande tabernacolo intorno alla nicchia centrale. Le colonne coperte in lamina d’argento, sono scanellate e portano capitelli in bronzo dorato. Reggono un doppio timpano triangolare, l’uno dentro l’altro.

Altare maggiore
L'altare è in marmo nero con intarsi di marmi policromi. La base venne completata nel 1731. Solo nel 1837 vennero però aggiunti il ciborio del Canonica, la statua di Cristo Redentore del Paretti e dei due angeli adoranti.

Coro
Il disegno originario dello coro in legno intarsiato è dell'Alessi ed è del 1570 ca. Riccamente decorato in ogni sua parte, con la presenza tanto di motivi astratti quanto di scene paesaggistiche in bassorilievo e putti a tutto tondo, può venire considerato a tutti gli effetti un'opera di scultura.
Esso venne comunque più volte ritoccato, restaurato e modificato, fino dentro al diciannovesimo secolo.

Cupola e controfacciata
La, come detto, la cupola possiede una decorazione omogenea con quella della navata centrale e dell'abside. I pennacchi e le due arcate laterali presentano invece affreschi molto più recenti, realizzati da Andrea Appiani negli anni 1792-1795 e raffiguranti, in uno stile che vuole imitare quello tardorinascimentale, i quattro evangelisti e i Dottori della Chiesa.
La controfacciata si caratterizza per la presenza di due grandi cariatidi a fianco del portone d'ingresso principale (Fig. 9 una di esse). La cantoria, dotata di balaustra decorata con angeli e ghirlande in bassorilievo, ospita un organo recente, al fianco del quale, in due nicchie molto elaborate, si trovano due statue di Davide e di Mosè, realizzate fra il 1576 e il 1578 da Stoldo Lorenzi.

Sagrestie
La chiesa è dotata di due sagrestie. Una è la Sacristia semplice, e in essa si segnalano un lavabo di Bernardo Palanchino e due tele di pregio: Annunciazione e Visitazione di Camillo Procaccini (sembra errata l’attribuzione al Cerano).
Nell'altra, detta del “Tesoro” sono presenti mobili in noce a intaglio, di G. B. Mangone. L’Assunta coi cherubini e le statue dei 12 apostoli sono di Giovanni Taurini.
Di fronte alla porta una copia realizzata dal Knoller della Fuga in Egitto di Raffaello. L'originale è a Vienna, portatovi per ordine di Giuseppe II. Sopra la porta: Le due Mamme, copia. L’originale di Leonardo e Salaino è a Parigi, per volontà del Vicerè Eugenio Beauharnais.

La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso è anche nota come la "Chiesa degli Sposi", perché una tradizione vuole che gli sposi, dopo la celebrazione, vadano a rendere omaggio alla Vergine dei Miracoli.

Vedere anche: www.santamariadeimiracoliesancelso.it

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Categorie: Chiese / Edifici religiosi


Corso Italia, 37, 20122 Milano
Foto aggiuntive della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli nella sezione Fotografia
Milano: Chiesa di Santa Maria dei Miracoli e Chiesa di San Celso
Milano: Interno della cupola della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Statue degli apostoli alla base della cupola della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Facciata della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Interno della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Ingresso principale della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Fontana nel quadriportico della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Soffitto della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli all'incrocio fra navata e transetto
Milano: Statue sopra alla porta principale della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano : Statua della Vergine Assunta nel retrocoro della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Navata sinistra della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Quadriportico della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Volta decorata della prima campata della navata destra della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Volta decorata di una campata delle navate laterali della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Lato interno della porta principale della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Cupola del braccio destro del transetto della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Altare e coro della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Navata laterale sinistra della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Volta decorata di una delle campate delle navate laterali della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Volta decorata di una campata delle navate laterali della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano : Chiesa di Santa Maria dei Miracoli: quello che si vede dalla strada
Milano: Dettaglio dell'altare della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Altare maggiore della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Altare della Vergine dei Miracoli nella Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Quinta cappella di sinistra della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Milano: Giochi di forme e colori all'interno della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli